La ricerca della leggerezza

02 aprile, 2021
La piccola impronta che voglio lasciare

Quando parecchi anni fa lessi le "Lezioni americane" di Italo Calvino ancora non sapevo quanto sarebbe diventato per me importante il concetto di leggerezza, oggetto della prima lezione, e quanto le sue parole sarebbero risuonate in me  come se fossero mie.

La leggerezza intesa non come superficialità ma "come reazione al peso di vivere", come dice appunto Calvino, perché "esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi, la leggerezza pensosa può fare apparire la frivolezza come pesante e opaca".

La leggerezza come modo di approfondire, di ricercare: "Nei momenti in cui il regno dell'umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell'irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo in un'altra ottica, un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. [...]  La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso. Paul Valéry ha detto "Il faut être léger comme l'oiseau, et non comme la plume"." È una frase che sento mia tanto da averla scelta per descrivermi qui sul mio sito, nella pagina "Chi sono".

viole GiuliaClerici

Forse è sempre stata lì, questa voglia di ricercare e inseguire la leggerezza, aveva solo bisogno di arrivare in superficie dopo altre esperienze, dopo che un'altra parte di me aveva avuto modo di concretizzarsi e realizzarsi.

Con il senno di poi credo che anche la mia passione per l'acquerello sia nata da questo pensiero, perché davvero dipingere ad acquerello è un esercizio di leggerezza.

All'inizio provoca frustrazione, è normale, lo vedo anche in tutti i miei corsi: è una tecnica con una elevata dose di imprevedibilità e una difficile risoluzione degli errori. Sembra facile quando si osserva dipingere qualcuno più esperto, con quelle pennellate fluide ed eteree, e siamo portati a pensare che quello che vogliamo riprodurre si concretizzerà nel gesto della nostra mano senza ostacoli; ovviamente non è così, il risultato arriva come in tutte le attività con la pratica, tanta, tantissima pratica, ma non è facile all'inizio gestire i piccoli fallimenti.
Tutto cambia quando iniziamo ad accoglierli, quell'imprevedibilità, quegli errori, non solo accettandoli come parte di un percorso, ma valorizzandoli ed utilizzando le emozioni che ne scaturiscono. Non è più importante avere il controllo, ma sfruttare quello che deriva dalla sua mancanza godendosi il processo. Ed è proprio questa ricerca della leggerezza che mi guida mentre dipingo, che voglio trasmettere a chi guarda i miei acquerelli e a chi dipinge insieme a me.

Perché tutti inseguiamo un ideale che speriamo diventi la nostra piccola impronta nel mondo. E vorrei proprio che questo fosse il mio.